ESSERE UMANO      

Noi sulla terra, nel 2020, pensiamo ancora al colore della pelle e alla diversità della razza! Non abbiamo capito niente! Ci siamo attribuiti il termine“umano” dandoci delle regole in virtù della nostra intelligenza,  per differenziarci dalle altre specie di vita sulla terra. Ma noi, per il nostro comportamento, meritiamo veramente questo termine? Termine che non vuole significare solo essere più intelligenti, ma anche produrre amore per il prossimo e per la conoscenza, essere solidali con i bisognosi e disponibili con chi ci chiede aiuto. L’umanità non ha percorso un viaggio coerente come essere umano. Dante Alighieri inizia il suo viaggio verso la salvezza partendo dall’inferno per approdare in paradiso, noi abbiamo fatto il percorso inverso iniziando dal paradiso per finire all’inferno. Tutti gli esseri viventi sulla terra hanno gli stessi diritti, dalle piante a noi. Dio ha donato la stessa vita a tutti, ma noi riteniamo di dover prevaricare perché rispetto agli altri abbiamo avuto in più la possibilità di pensare e ragionare. Nella Genesi, laddove appunto è stabilita l’alleanza tra Dio e l’uomo, il Signore estende il suo patto a tutti gli esseri viventi che convivono con l’uomo sulla terra. Il “potere” che Dio ha dato all’uomo sulle altre creature è stato da lui interpretato come violenza e prevaricazione, ma era da intendere come cura e salvaguardia.
Per questo motivo, da credente, penso di aver tradito la fiducia che ci è stata concessa e di non aver rispettato la consegna affidataci: non abbiamo saputo rispettare e difendere la vita nostra e quella degli altri esseri. Il termine “umano” è autoreferenziale e ne abbiamo abusato in virtù della superiorità intellettiva che Dio ci ha concesso. Io penso che abbiamo dato una valutazione sbagliata alla nostra intelligenza e penso che, se vogliamo dare un significato corretto al termine “umano”, dobbiamo apprendere ancora qualcosa da altre specie viventi, che sicuramente sono migliori di noi e forse avrebbero maggiore diritto di chiamarsi “umane”. Molti dei cosiddetti “animali”, ad esempio, non conoscono la cattiveria premeditata che caratterizza l’uomo e sicuramente sanno dare qualcosa che l’uomo è incapace di dare: il loro affetto incondizionato e disinteressato, da veri amici sinceri, pur difendendo la loro casa e i loro figli, come facciamo noi.  Impariamo da loro! Forse potremmo migliorare per confermare il termine “umano” che ci siamo dati. Per fortuna, la vita sulla terra dei singoli uomini è molto breve e ciò preserva la terra da un disastro ancora maggiore rispetto a quello perpetrato quotidianamente dal loro essere, tutti insieme, razza “umana”.

                                                                                  Adolfo Giuliani