Clara Guarino
Dirigente scolastico - Presidente Lions Club "Napoli Vesuvio"

In un momento storico in cui i cani feroci mordono al cenno del padrone e la canizie, invece di adornarsi di “liete voglie e sante..”, finisce nell’elenco degli affiliati e/o collusi con la camorra, mentre i funamboli della politica tentano gli equilibrismi più disparati, in un’era di globalizzazione accelerata e, per forza di cose, incompleta e carente, con un progresso incondizionato e poco accorto alle esigenze della terra e dell’uomo, nasce un movimento artistico - culturale quale l’Esasperatismo - Logos & Bidone, opera e merito di Adolfo Giuliani, con un manifesto di intenti legalizzato e pubblicato a Napoli nel maggio del 2000. Ben presto il movimento si diffonde non solo nella città e provincia, ma in tutta Italia e da qualche anno all’estero, come dimostra questa rassegna stampa onnicomprensiva di articoli pubblicati da giornalisti, simpatizzanti e intellettuali a vario titolo. Esso sottolinea, esprime e, talvolta, denunzia, senza mai diventare grossolano o irriverente, violento, gli aspetti psico - sociali, il malessere umano e culturale nella infinita serialità dei nostri giorni inquieti. Anzi serpeggia qua e là, non solo nel manifesto degli intenti, ma nelle opere di quasi tutti gli artisti, che al movimento hanno con slancio aderito, un senso di umana pietas per la nostra parte debole, vulnerabile, amareggiata, per le esigenze del nostro istinto vitale, che motivano e giustificano la vita.
È palpabile la sensazione che l’Esasperatismo voglia indicare alla nostra coscienza intenzionale, intendendo per “coscienza intenzionale” quella che Husserl riteneva essere la capacità dell’uomo di “tendere in”, uscire da per andare incontro all’altro suo simile, che in fondo tutte le cose e tutti gli uomini siano sempre, gli uni rispetto agli altri, chiunque essi siano, degli sconosciuti, inesorabilmente, e come le nostre strade si incrociano sempre per pochi passi e istanti, conquistando la fugace parvenza della comunione, della vicinanza, dell’amicizia.
Eppure scorrendo i cataloghi, osservando i bidoni dipinti, le figure che li ornano o li comprendono, o li indicano, l’amarezza, lo scoramento, un malcelato pessimismo legato all’idea che siamo maschere ignude in una terra resa ostile dal progresso mal gestito, passano in secondo piano, quando si intravvede un campanile, un volto segnato, degli alberi, delle macchine messe lì ammaccate e alla rinfusa, una figura contorta e scheletrica. Allora vicinissimo ci sembra di sentire, di avvertire, con “animo perturbato e commosso”, uomini, animali, piante che appena scorgiamo, che non riusciamo a distinguere, che si muovono, emettono suoni, lavorano, vivono una loro vita. E tutto ha qualcosa di fiabesco, di ignoto, di inafferrabile, di affascinante. Si rimette in moto la speranza in una vita serena incardinata in un mondo migliore. Soltanto così potremo essere in pace con noi, per noi, tra noi. E non par cosa di poco conto...

Tratto dal libro “Esasperatismo Logos & Bidone 2000-2009”