Gennaro Colangelo
Università di Roma LUMSA

L’Esasperatismo nella Rappresentazione del Sé

Le neo-avanguardie contemporanee hanno finora cercato, secondo varie e diverse metodologie di illuminare gli aspetti del mondo in cui operano con l’esito inevitabile di scrutare i singoli alberi senza accorgersi della foresta, evidenziando lembi di reale secondo l’espressione di Lacan senza scorgere il reale e perdendo anche l’opportunità di qualunque eterogenesi dei fini.
Nell’epoca del predominio della installazione concettuale e della costante invasività del video che diffonde un racconto digitale i cui presupposti sfuggono al fruitore, l’Esasperatismo promuove
l’avvento di una pittura-pittura e un uso dei materiali attraverso contaminazioni innovative in cui il fare ritorna a essere il centro di riferimento della produzione culturale.
In tal modo il movimento propugna un lavoro artistico nutrito di un Pensiero e non a caso intriga e coinvolge personalità attive nelle arti-sorelle della musica, della poesia e della comunicazione.
Nella visione delle Modernità teorici e artisti del gruppo privilegiano la ricerca del fondamento delle cose piuttosto che la loro apparenza, perchè in assenza di un radicato ubi consistam ha poca importanza la luce che esse possano ricevere. Quel vasto agglomerato di IO differenti che de-finiamo artista non chiede e non offre come
esasperatista una facile provocazione bensì la compresenza di una sfida anticonformista il recupero del rifiuto, del relitto, del marginale come estremo sondaggio degli impulsi del Mondo, come ultima offerta di senso al genere umano.
Per questo ciascun esponente affianca sempre alla narrazione di Sé una cognizione della Storia come legame misterioso col Tempo.
Concepire l’intelletto senza scomporlo in troppi rivoli che lo depotenziano è la sfida della cultura presente, ma essa esige il pagamento di un prezzo elevato: insistere nel compimento del
proprio percorso individuale e collettivo in modo coerente, senza perseguire il facile successo inseguendo le mode.
Al termine dell’ itinerario collettivo nel Meraviglioso il singolo e il gruppo avranno la certezza che l’invisibile non è il contrario del Visibile ma solo il suo inizio, e otterranno la consapevolezza
che il Bello, come scrive Rilke, è l’inizio del Tremendo.